Con la revisione del Regolamento dei Servizi Educativi e per l’Infanzia, nonostante l’Amministrazione comunale abbia anche introdotto alcuni aspetti migliorativi, Città in Comune ha voluto presentare cinque emendamenti (uno firmato congiuntamente con il Partito Democratico) per modificare alcuni aspetti che, in tema di tutela degli utenti, ci sembravano deboli.
Per i nidi abbiamo chiesto che il Comitato di Gestione venga convocato almeno una volta all’anno dall’Amministrazione comunale, che per dimettere un bambino dal nido dopo tre richiami scritti per reiterati ritardi dei genitori fosse prima coinvolta l’equipe psicopedagogica, che si mantenesse la previsione di attribuzione punteggio basata sul calcolo puntuale delle ore e che la distanza casa/lavoro superiore a 40 km continuasse ad essere considerata condizione di aggravio. In tema di centri ricreativi estivi, infine, abbiamo chiesto che venisse mantenuta la possibilità di pagare l’acconto a conferma dell’avvenuta iscrizione (e non in fase di richiesta) con saldo entro l’avvio del servizio.
Città in Comune si è confrontata con la maggioranza avendo l’obiettivo di fare recepire alcune proposte dei genitori e di migliorare la qualità dei servizi. Ci sembrava importante sollevare delle questioni con competenza ma il fatto che siano stati bocciati quasi tutti gli emendamenti senza che nessuno entrasse nel merito, dimostra ciò di cui siamo convinti da tempo: ci si ammanta di una finta pretesa di collaborazione per poi non ascoltare mai suggerimenti e proposte utili alle cittadine e ai cittadini.
Lo stesso atteggiamento è confermato anche dal fatto che alla revisione del Regolamento abbia lavorato unicamente l’Amministrazione senza coinvolgere gli utenti attraverso le sue rappresentanze e ignorando sistematicamente i luoghi istituzionali del confronto. A pagare le spese sono le famiglie, che sono una grossa parte dei servizi educativi che eroga il nostro Comune.