Una città senza…

Serve capire a fondo i problemi che attraversano le città, cogliere le necessità e intervenire con intelligenza per migliorare il presente e contemporaneamente agire sul futuro. Occorre farlo senza slogan ma con concretezza, insieme ai suoi abitanti e alle realtà presenti in città. In pratica, è necessario governarle! Sesto San Giovanni però è una città senza…..

Le città sono “organismi” fragili e come tali vanno curate, seguite, ascoltate.

È necessario capire a fondo i problemi che le attraversano, cogliere le necessità e intervenire con intelligenza per migliorare il presente e contemporaneamente agire sul futuro. E serve farlo senza slogan ma con concretezza e intrecciando un rapporto virtuoso con i suoi abitanti e le realtà economiche, culturali e sociali presenti.

In pratica è necessario governarle! Sesto San Giovanni però è una città senza…..

Una città senza luce: nelle case e di conseguenza senza ausili per le persone in difficoltà e senza acqua in modo particolare nei piani alti, senza luce nei negozi, che hanno dovuto tenere chiuse le serrande, senza luce lungo le strade che sono diventate più insicure anche senza semafori, senza luce nel mezzanino della metropolitana che ha dovuto saltare le fermate, senza luce e senza spiegazioni almeno per le prime 24 ore. Una città che aveva vissuto una situazione simile ma meno grave lo scorso anno, ciò significa che non si è intervenuti in modo adeguato a evitare il ripetersi di situazioni così difficili. Non è intervenuta in modo adeguato la società che gestisce la rete di distribuzione dell’energia elettrica, non è intervenuta in modo adeguato la nostra amministrazione che per un giorno intero non si è sentita, poi bontà sua ha spedito una pec, ha fatto intervenire la protezione civile, che però in alcune vie non si è vista, e al momento non ha attivato un efficiente supporto ai cittadini per sostenerli nella richiesta di rimborso dei danni subiti.

Una città senza la cura del verde: perché le città devono convivere ormai con eventi estremi ed essere in grado di affrontare le criticità dovute alle alte temperature estive e alla siccità, così come a piogge spesso torrenziali e venti forti. La cura del verde non è solo tagliare l’erba e potare gli alberi, spesso in modo sbagliato (vedi capitozzature), non è piantare giovani alberi e poi non bagnarli per vederli inevitabilmente seccare e morire. La cura del verde è una progettazione attenta alle modifiche del clima e ai bisogni della città che non sono gli stessi di venti anni fa. Mentre in questi ultimi anni abbiamo visto abbattere alberi sani e grandi con la scusa del rifacimento di piazze (Piazza Petazzi, aiuola del Rondò) o alberi malati che forse si potevano curare per tempo, costruire spazi per i giochi dei bambini in piazze sotto il sole cocente (Piazza Oldrini) abbattere realtà che insegnavano l’importanza della natura come la serra di Villa Milius.

Una città senza cultura: dopo i vari eventi inseriti nel calendario della Festa di San Giovanni ecco quelli previsti per l’estate. Molte proposte di intrattenimento, ballo in piazza, street-food, bancarelle del mercato e luna park, un po’ di sport (poco), due visite alle ville storiche di Sesto e una al villaggio Falck, un paio di spettacoli teatrali, e qualche concerto, non sempre di qualità. Allo stesso tempo vediamo lo spazio del Carroponte definitivamente diventato uno spazio per sporadici concerti, mal gestito, con problemi grandi di traffico, pericolosamente sovraffollato rispetto alla capienza, e che non è più lo spazio di socialità quale era diventato per giovani e famiglie. Complessivamente una proposta che avvilisce la città, che ignora completamente alcuni quartieri, che non investe nei giovani artisti, che ignora le realtà culturali cittadine non coinvolgendole in un lavoro di programmazione comune, che non crea spazi di coesione sociale e scambio culturale.

Una città senza pulizia: in questi giorni stanno arrivando gli avvisi di pagamento dell’acconto TARI, scadenza 15/7. Si anticipa il pagamento, mettendolo tra l’altro in un periodo in cui sono iniziate anche le ferie e magari non tutti sono a casa e in grado di pagarlo, ma non si migliora certo la pulizia della città. Una città sporca, dal centro alla periferia, almeno in questo caso non ci sono differenze di trattamento. Cestini stracolmi, abbandoni (certo colpa degli incivili) che non vengono ritirati, difficoltà ad ottenere il ritiro degli ingombranti al domicilio, pulizia delle strade molto sommaria, e tariffe alte, molto alte. Una città sporca che non investe nell’educazione dei suoi cittadini e che non trova soluzioni a un problema che va governato quotidianamente.

Una città senza sicurezza: principale punto della campagna elettorale di questa amministrazione, la sicurezza cittadina sta diventando una criticità importante per interi quartieri senza che si veda una volontà di risoluzione dei problemi. Viene il dubbio che sia una scelta quella di non intervenire in modo efficace. Sicuramente è necessario un intervento coordinato e puntuale delle forze dell’ordine, e qui si potrebbe pretendere di più come ente locale, ma contemporaneamente è necessario un intervento su scala sociale e culturale, in sinergia con gli abitanti, i commercianti e le attività economiche, gli istituti scolastici, i condomini e tutte quelle realtà associative che possono di certo aiutare a rendere le zone più partecipate e vissute.

Una città senza viabilità: tutti noi che abitiamo a Sesto abbiamo provato quanto sia peggiorata la viabilità cittadina in qualsiasi ora del giorno. Un traffico di attraversamento che non è diminuito, un piano parcheggi da incubo che grava sulle tasche dei residenti senza alcun beneficio in termini di spazi liberi, un piano di mobilità dolce fatto a caso, con piste ciclabili che tolgono spazio ai pedoni invece che alle auto, con cantieri infiniti, non coordinati fra loro e strade chiuse all’improvviso, con l’assenza di pressioni dell’amministrazione comunale nei confronti di ATM per una rete di trasporti pubblici più ampia ed efficiente, con un’impunità assoluta per divieti di sosta in doppia fila che ostacolano lo scorrimento. Insomma con il nulla e l’anarchia che regna indisturbata.

Una città senza memoria: nei giorni scorsi è mancato l’architetto Francesco Borrella, primo direttore e fondatore del Parco Nord. “…ha saputo ricostruire la natura e il paesaggio all’interno del tessuto urbano in funzione del benessere della città, dimostrando l’importanza cruciale del verde nei territori urbanizzati….”. Alla cerimonia di commemorazione erano presenti i gonfaloni di numerose città tranne quello di Sesto San Giovanni. Non servono altri commenti.

Una città senza governo: questo il punto centrale. Perché il governo di una città è una cosa seria e quando non si hanno politiche serie di investimento e cura, quando non si ascoltano le richieste dei cittadini, quando si immagina una città di 120.000 abitanti senza essere capaci di gestirne una di 80.000 scarsi, ecco che allora i problemi si susseguono uno dopo l’altro e non basta più far finta di niente e distogliere l’attenzione con la propaganda. In questi ultimi due anni di governo di Di Stefano e della sua amministrazione non si è risolto il problema abitativo, in tema di salute c’è l’assenza totale in difesa dei servizi territoriali, si sono fatti passi indietro per i servizi educativi rivolti alla prima infanzia e al supporto delle disabilità, i servizi ai cittadini hanno sempre maggiori criticità, non ci sono progetti strutturati rivolti ai giovani, e così via.

Un’altra città è possibile. Con coerenza e determinazione possiamo costruire un percorso che inverta le politiche attuali e ridia ascolto alle richieste dei sestesi che non sempre coincidono con le esigenze dei “palazzinari”, perché la città del futuro si costruisce prendendosi cura della città del presente.


Annie Iacone, Città in Comune

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