“Di tutte quelle donne che più non hanno voce, siamo il grido altissimo e feroce”
Quando non sarà più pensabile, perché non più necessario, dover ricordare il 25 novembre per ciò che rappresenta e per il dramma inaccettabile che ci coinvolge quotidianamente in tutto il mondo, l’Umanità avrà vinto la battaglia contro la parte peggiore di sé stessa.
Fino a quel momento, che le piazze siano sempre più piene, sempre più rumorose e sempre più abitate. Abitate anche da quegli uomini che rifiutano l’idea di sentirsi e comportarsi da possessori del corpo e della vita delle donne, da censori del loro linguaggio, da gestori della loro quotidianità, della loro economia e della loro sessualità.
Come ieri al presidio di Milano, dove donne e uomini di ogni età, hanno fatto rumore, tanto rumore perché a tutt’oggi le donne, per il diritto di poter essere semplicemente LIBERE, purtroppo hanno ancora bisogno di dover gridare.